2016_7_Rivista OPAM_Ottobre-Novembre 2016

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Editoriale

di Carla Degli Esposti

n Italia in questi giorni le scuole hanno riaperto i battenti dopo tre mesi di chiusura. Per i più piccini c’è un periodo di adattamento, di ambientamento nel quale si sta solo poche ore in classe in modo che i bambini abbiano il tempo di abituarsi a questa nuova realtà. Le strutture scolastiche non sono tutte uguali: alcuni servizi televisivi hanno mostrato edifici fatiscenti, e, dopo i recenti dolorosissimi eventi sismici che hanno distrutto interi paesi del Lazio e delle Marche, lo Stato ha promesso di fare verifiche sulla sicurezza dei luoghi dove per molte ore al giorno vivono i nostri ragazzi. Nelle zone terremotate gli studenti e gli insegnanti hanno dovuto adattarsi a fare scuola in contesti diversi da quelli a cui erano abituati, attrezzati alla svelta per dare alla popolazione, giovanile e non, l’idea che piano piano tutto rientri nella normalità. Tutti hanno diritto all’istruzione e ci si adopera perché questo diritto possa essere garantito.

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In questo nostro preoccuparci del numero degli studenti per classe, del peso dei libri, dell’acquisto di zainetti che si ispirano a questo o a quel famoso personaggio dei cartoons, dell’accertarsi che nostro figlio sia stato accolto nella scuola migliore, nella classe con gli insegnanti più bravi… perdiamo di vista quel che accade in altri posti del mondo: del Sud del mondo. L’anno scolastico lì è iniziato con calendari simili al nostro o differenti a seconda del Paese, ma non per tutti, perché sono tanti, troppi quelli che non avranno la possibilità di frequentare la scuola. Il diritto all’istruzione non c’è, i più ricchi frequentano il college e gli altri, quelli che vivono in luoghi sperduti devono camminare ore esponendosi a molti pericoli per raggiungere “la scuola”. Una scuola costruita con materiali facilmente deperibili, con un numero enorme di bambini affidati ad un solo insegnante in grado di trasmettere, a volte, solo i primi rudimenti del sapere. Non ci si preoccupa se in quelle zone c’è stato un tifone, un terremoto, un’alluvione e, cosa assai più grave, la guerra, che ha costretto la popolazione a spostarsi in altri luoghi più sicuri, abbandonando quel poco che aveva, scuola compresa. Così va il mondo. Nonostante il diritto all’istruzione sia sancito a livello mondiale, la realtà è ben diversa.


L’OPAM è nata con questa finalità: sconfiggere l’analfabetismo e garantire l’istruzione a bambini e ragazzi che vivono in luoghi dove, oltre ad essere assente lo Stato, non sono presenti le grandi organizzazioni umanitarie. Piccoli progetti, ma capillari, portano là dove non ci sono riscontri ed echi mediatici la possibilità di fare scuola, offrono a bambini e anche ad adulti quegli strumenti che li mettano in grado di partecipare alla vita sociale del loro Paese e di comprendere i meccanismi che regolano le complesse dinamiche internazionali. In questi 45 anni di vita l’OPAM è stata fedele a questa missione voluta dal suo fondatore e sono stati tanti i riscontri della bontà di questo modus operandi. Nell’augurare un buon anno scolastico agli studenti italiani e ai loro insegnanti, desideriamo estendere questo augurio a quei bambini e ragazzi di cui l’OPAM sostiene l’istruzione attraverso le adozioni a distanza e i progetti e agli insegnanti di queste realtà che con coraggio, spesso davvero eroico, continuano a svolgere questo compito con dedizione totale. Auguriamo un buon anno scolastico anche ai ragazzi e agli insegnanti impegnati nei gemellaggi fra scuole, che si apprestano a vivere una nuova significativa esperienza di educazione alla mondialità. Il nostro Grazie a tutti coloro che con generosità consentono all’OPAM di continuare la sua importante missione.

5 OTTOBRE: GIORNATA INTERNAZIONALE DEGLI INSEGNANTI

180 € l’anno* (15 € al mes * f razio e) na

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e contribuirai a sostenere il suo stipendio e la sua formazione Gli insegnanti rappresentano la ricchezza più grande di un popolo e il loro sostegno è garanzia di futuro per un Paese. Per raggiungere l'obiettivo dell' istruzione per tutti, mancano all'appello 27 milioni di insegnanti nella sola scuola primaria. Se si considera l'intero ciclo scolastico e la formazione universitaria, le cifre sono da capogiro. Nel Sud del Mondo c'è in media un insegnante ogni 60 bambini. Ma sappiamo che ci sono classi anche di 100120 alunni. In alcuni Paesi a causa delle guerre, di governi corrotti o di politiche di sviluppo inesistenti, da anni gli insegnanti non ricevono alcun compenso o stipendi davvero miseri. Molti così rinunciano all'insegnamento o emigrano in altri Paesi. Altri continuano a fatica a svolgere la loro missione sostenuti unicamente dallo sforzo delle famiglie e supportati dalla generosità di benefattori.foto Rita Willaert

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Adotta un insegnante

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Adozioni Riara Ridge, 20 maggio 2016

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arissimi amici, anzitutto vi porgo i miei più cari saluti. Eccomi a voi con notizie e foto, riguardanti il gruppo dei bambini da voi sostenuti che frequentano il Centro “Allamano Children’s Home”, in Kenya.

I bambini sono 65; i più piccolini sono 31 e frequentano la PRE-UNIT. Sono molto attivi, a loro piace la scuola e promettono di riuscire bene nello studio. Qualcuno di loro (a parte la comune povertà) ha situazioni familiari molto problematiche che li rende distratti e tristi. Noi cerchiamo di essere molto vicini a questi piccoli che hanno bisogno di molta attenzione. I bimbi che frequentano la PRIMA e la SECONDA classe, sono più maturi e responsabili nello studio e nelle attività proposte dalla scuola.

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Non manca inoltre chi, per mancanza di uno o di entrambi i genitori, affidato ad un parente che non mostra amore e interesse per loro, è costretto a gestire la propria vita da solo.

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Una delle nostre attività più importanti per noi insegnanti quest’anno è stata la visita alle famiglie dei nostri bambini. Abbiamo incontrato parecchie famiglie nelle baraccopoli e nella piantagione del tè dove lavorano nel tempo del raccolto per una paga inferiore ad 1€ al giorno. Abbiamo trovato delle situazioni impensate che vanno molto oltre la povertà, come potete vedere dalle foto.


Adozioni Queste sono le case in cui abitano: un solo locale per tutta la numerosa famiglia che funge anche da cucina (con il fuoco su pietra) e camera da letto (letto = un asse per gli adulti, stuoie per i bambini).

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E’ impegno di tutte noi creare nella scuola una famiglia per questi piccini che mancano di tutto. Solo la scuola infatti può offrire da subito la possibilità di riscatto dalla miseria e la speranza di un futuro migliore. Oggi questi bambini hanno la possibilità di vedere riconosciuti i propri diritti, di studiare, di mangiare, di ricevere amorevoli cure. E questo è possibile grazie a tutti voi. Il Signore vi benedica. Con gratitudine Suor Maria Evelia Restrepo

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Progetto 2103

Kenya

Arrediamo una scuola per i bimbi degli slum

Luogo: Mihango Scuola: materna e primaria Tipologia: arredi e attrezzature Beneficiari diretti: 250 bambini Partner locale: Corradini School

Contributo richiesto: € 4.100

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Per sostenere questo progetto seguite le indicazioni nella retro copertina su come fare una donazione. Se il progetto scelto è già stato finanziato la vostra offerta sarà attribuita ad un altro non ancora coperto.

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CONTESTO. Nairobi, città tra le più grandi dell’Africa con una popolazione di circa 4,5 milioni di abitanti, è la capitale del Kenya. Situata nei pressi dell’equatore ma a un'altitudine di 1661 m., la città gode di un clima mite tutto l’anno, con molti e ampi spazi verdi (è detta anche “città verde al sole"), prestigiosi quartieri residenziali, meta e centro di tutti i circuiti turistici nel Paese. Ma Nairobi, la cui popolazione ha un tasso di crescita doppio rispetto alla media del Kenya, è anche tristemente famosa per le oltre cento baraccopoli (slum) che la circondano dove vivono oltre 2,5 milioni di persone. Allontanate dalle loro terre di origine, vendute soprattutto ai bianchi, e nella speranza di trovare lavoro e fortuna, migliaia di persone finiscono per accamparsi accanto alle discariche della città. Private di tutti i diritti essenziali perdono ogni identità culturale. Gli abitanti degli slum subiscono un vero processo di disumanizzazione, vittime di abusi e soprusi di ogni genere che colpiscono soprattutto i più deboli, le donne e i bambini. La discarica diventa l’unica fonte di sopravvivenza, vi trovano residui di cibo, materiali di recupero che servono a costruire le loro baracche e a fare piccolo commercio. La criminalità, il consumo di sostanze stupefacenti, sono diffusissimi, il numero dei sieropositivi all’AIDS raggiunge il 60% (la media del paese è del 7%). Negli slum trovano rifugio dagli 80.000 ai 100.000 bambini di strada, qui chiamati chocorà (= spazzatura), un popolo di invisibili ignorato dalle cifre ufficiali governative. Per chi non vi abita, andare negli slum tra montagne di spazzatura, nei viottoli attraversati da rigagnoli di liquame, dove valgono solo le leggi delle bande che li controllano, è pericoloso e spesso possibile solo con la scorta di poliziotti. Qui, tra i distretti di Kasarani, Embakasi e Njiru, nella periferia orientale della città, opera una missione delle Suore Collegine della Sacra Famiglia, attiva principalmente nell’assistenza e nella promozione sociale con scuole, case-famiglia per ragazzi malati di AIDS, laboratori di sartoria, falegnameria, presidi sanitari. PROGETTO. Suor Lucia Martorano, fondatrice con un’altra suora nel 2001 della missione nel villaggio di Mihango, ci raccomanda il progetto di una scuola: “In questa zona ci sono circa 350.000 minori tra i 5 e i 17 anni in condizioni di vita e di igiene pessime: mancano acqua potabile e infrastrutture, molte baracche non hanno elettricità, neanche l’ombra di una rete fognaria. Adulti e bambini rovistano nelle discariche cercando cibo per sfamarsi, separando i rifiuti e recuperando materiali. Si vive nella paura di sfratti e demolizioni perché gli insediamenti non sono riconosciuti dal governo per il quale quei terreni sono suolo pubblico da mettere in vendita e privatizzare. In queste condizioni scuola e istruzione sono l’ultimo dei pensieri dello Stato e delle famiglie, un privilegio di pochi fortunati. La nostra missione, nata con l’obiettivo di togliere dalla strada i ragazzi, aveva avviato subito una scuola materna e primaria a Mihango, la “Corradini School” che, cresciuta nel tempo, ha ora 256 allievi dai 3 ai 13 anni di età, nella materna e in 8 classi della scuola primaria, provenienti dagli slum di Kasarani, Embakasi e Njiru. La scuola ha urgente necessità di nuovi arredi per 5 aule. Il costo complessivo per i materiali e la costruzione dei mobili (30 banchi, 1 armadio, 1 cattedra per ciascuna aula) è di 4.100 €.. Non abbiamo risorse per affrontare questa spesa e chiediamo ai benefattori dell’OPAM di aiutarci. La nostra scuola è impegnata su più fronti per prevenire l’abbandono scolastico, organizza corsi di recupero per ragazzi usciti dalla scuola, sostiene i bambini fino alla licenza primaria, e in alcuni casi per proseguire negli studi superiori o nella formazione professionale, si occupa di realizzare corsi professionalizzanti per le ragazze madri. Così, oltre ai bambini, beneficeranno del progetto anche 50 ragazzi vulnerabili, 40 ragazze-madri giovanissime, tutti provenienti dalle baraccopoli e indirettamente le famiglie che troveranno aiuto e conforto concreti. Con tutti loro vi ringraziamo in anticipo per la vostra generosità.”


Progetto 2104

Malawi

Insegnanti per il carcere minorile di Bvumbwe Luogo: Bvumbwe Scuola: scuola in carcere Tipologia: stipendio insegnanti Beneficiari: 10 insegnanti Partner locale: arcidiocesi di Blantyre Contributo richiesto: € 7.500

CONTESTO. L’OPAM e i suoi benefattori sostengono da anni il progetto di Anna Tommasi, missionaria FALMI (Francescane Ausiliarie Laiche Missionarie dell'Immacolata) per la formazione culturale dei ragazzi detenuti nel carcere minorile di Bvumbwe, in Malawi. Il Paese è tra i più poveri e più densamente popolati dell’Africa sub-sahariana, il 90% della popolazione vive nelle zone rurali, oltre il 67% ha meno di 25 anni e l’età media è di 16 anni. Molti sono i poveri, le persone in gravi difficoltà, malati di AIDS, emarginati, e molti sono soprattutto gli orfani e i ragazzi che non hanno mai frequentato la scuola. Tanti a volte compiono piccoli furti e risse, reati che li conducono in prigione dove restano a lungo perché, purtroppo il sistema giudiziario in Malawi non funziona: povertà, corruzione, scarse risorse fanno sì che molti di questi ragazzi restino in carcere a lungo. Si pensi che, ad esclusione di quelli in carcere per omicidio, per tutti gli altri i processi in tribunale si svolgono senza un difensore. In questa situazione la scuola rappresenta la sola possibilità per questi giovani di ricevere un'istruzione che li aiuti a crescere e trovare le condizioni per un riscatto personale, uscire dal carcere con il diploma di terza media o scuola superiore può fare la differenza! E, convinta di questo, Anna Tommasi dal 2005 continua nel suo progetto per educare i ragazzi dai 15 ai 22 anni del carcere minorile di Bvumbwe, la maggior parte dei quali non ha finito neanche la terza elementare. “Dal 2005 al 2016 il cammino è stato lungo – scrive Albert Luka, insegnante e attuale direttore della scuola – e il vostro sostegno ai giovani detenuti e a noi insegnanti ci ha fortemente aiutati. La scuola è cresciuta, ora circa 180 detenuti su 300 frequentano le sue 8 classi della primaria e le 4 classi della secondaria. Per molti ragazzi l’esperienza del carcere è stata l’inizio di una nuova vita, sono loro i veri testimoni dell’aiuto ricevuto dagli amici dell’OPAM…” E, in proposito, Andy M., scrive: “Ero un detenuto del carcere minorile di Bvumbwe, ho fatto l’esperienza della vita dietro le sbarre, un posto da molti considerato come l’inferno, ma grazie al vostro generoso sostegno alla nostra scuola la situazione sta cambiando e più della metà dei ragazzi frequentano le scuole regolari. Con il costante aiuto di Sister Anna, del suo collaboratore Albert Luka e degli insegnanti esterni della scuola, il mio mondo è cambiato: grazie a loro ho avuto un buon punteggio agli esami di maturità e ora, in attesa di seguire un corso di specializzazione, entro nel carcere, dove ero detenuto, come insegnante delle elementari. Il piccolo stipendio mensile che ricevo, grazie ai contributi dei benefattori dell’OPAM, mi consente di fare una vita normale e ora posso guardare al futuro con fiducia e grande speranza…” PROGETTO. I segnali positivi del lavoro svolto nella scuola continuano a essere ben visibili, la povertà e l'ignoranza sono tra le principali cause dei reati che questi ragazzi compiono, e solo una buona istruzione potrà aiutarli a rompere il circolo vizioso che porta all'esclusione e alla devianza sociale. Anna Tommasi continua con tenacia nel suo impegno, ma la sua scuola ha bisogno del sostegno dei benefattori, la sola risorsa su cui può contare per continuare a operare: “Con fiducia e riconoscenza chiedo alla generosità degli amici dell’OPAM di aiutarci ancora con un contributo di 7.500 € che nel nuovo anno scolastico servirà a pagare lo stipendio ai 10 insegnanti esterni che svolgono il loro servizio nel carcere. Al di là dell’insegnamento essi dedicano tempo ed energie in altre attività educative e ricreative per il bene dei ragazzi, la loro presenza è molto significativa e rende la detenzione più umana. Con loro e con i ragazzi, beneficiari del progetto, vi rinnoviamo il nostro ringraziamento per quanto avete fatto in questi anni per la nostra scuola.”

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Per sostenere questo progetto seguite le indicazioni nella retro copertina su come fare una donazione. Se il progetto scelto è già stato finanziato la vostra offerta sarà attribuita ad un altro non ancora coperto.

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Progetto 2105

Istruzione per le donne togolesi

Togo

Luogo: Bogou Scuola: alfabetizzazione e formazione professionale Tipologia: arredi e attrezzature Beneficiari diretti: 50 donne Partner locale: diocesi di Dapaong Contributo richiesto: € 2.588 Per sostenere questo progetto seguite le indicazioni nella retro copertina su come fare una donazione. Se il progetto scelto è già stato finanziato la vostra offerta sarà attribuita ad un altro non ancora coperto.

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CONTESTO. Il Togo è un piccolo stato dell’Africa Occidentale sub-sahariana, con poco più di 7 milioni di abitanti con una densità di 129 ab/km². Ex colonia della Germania e poi della Francia è indipendente dal 1960. È tra i paesi più poveri al mondo, l'economia dipende principalmente dall’agricoltura che impiega il 65% della forza lavoro ma che in massima parte è agricoltura di sussistenza. L’istruzione primaria, obbligatoria, è gratuita dal 2008: nel paese dove il 58% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà e i bambini non vanno a scuola perché le famiglie sono troppo povere e vengono mandati a lavorare. L'abolizione delle tasse scolastiche aveva suscitato grande entusiasmo soprattutto tra le madri, orgogliose che i loro figli potessero ricevere un’istruzione, un segnale verso la speranza di una vera uguaglianza. Ma una recente inchiesta internazionale, condotta per conto del governo, mostra che il livello di frequenza scolastica dall’83% nella scuola primaria scende al 51% nella scuola secondaria, con una decrescita ancora maggiore per le ragazze. Inoltre il tasso di alfabetizzazione al di sopra dei 15 anni è dell’81% tra gli uomini ma scende al 52% tra le donne. Le scuole sono in parte statali e in parte private, con molti problemi per le scuole pubbliche specie nei villaggi dove solo la presenza di insegnanti volontari di supporto ne assicura il funzionamento.

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PROGETTO. Il villaggio di Bogou si trova nell’estremo nord del Paese a 30 km dal confine con il Ghana. Si tratta di un agglomerato di casupole non molto distante da Dapaong, capoluogo della prefettura e della Regione delle Savane. La popolazione è costituita da diverse etnie di cui quella Moba è predominante. Qui Suor Maria Laura Mantegna, religiosa delle Figlie di Maria Immacolata, dirige il Centro di promozione della donna “Madre Brigida Postorino”. Come nel resto dell'Africa, anche in Togo le donne sono un pilastro della società, specialmente nelle zone rurali dove ogni giorno affrontano ostacoli sociali, economici, culturali che spesso ne feriscono la dignità. La loro istruzione diventa così uno strumento di giustizia e occasione di sviluppo per l'intera società come dimostra l’opera del Centro, fondamentale per le giovani donne di Bogou. Ci scrive Sr. Maria Laura: “Cari amici dell’OPAM, l'istruzione, lusso per pochi nel passato, con il vostro aiuto e il vostro sostegno negli anni è diventata accessibile anche ai più bisognosi e alle bambine, un tempo escluse da questo diritto. Il nostro Centro oggi sostiene i costi per la formazione primaria e secondaria delle ragazze presso le scuole della zona e garantisce un dopo scuola, mentre continua l’opera istituzionale di alfabetizzazione e istruzione professionale in sartoria delle ragazze più grandi che non hanno potuto studiare. Attualmente seguiamo 50 donne, dai 20 ai 37 anni, e chiediamo agli amici dell’OPAM un contributo di 2.588 € per aiutarci ad acquistare 10 macchine da cucire, 25 panche e tavoli, 50 camici, libri e materiale didattico. Il bene che farete a queste ragazze, tutte di famiglie povere, è immenso. Frequentando la scuola potranno avere un diploma che consentirà loro di lavorare e guadagnarsi da vivere dignitosamente mantenendo anche la famiglia. Noi Suore, le famiglie e le ragazze vi ringraziamo in anticipo per l’aiuto che potrete dare per la loro istruzione.”


Progetto 2106

Servizi e acqua potabile per la scuola

India

Luogo: Hatigorh Scuola: primaria Tipologia: servizi igienici Beneficiari diretti: 280 bambini Partner locale: arcidiocesi di Guwahati Contributo richiesto: € 6.580

CONTESTO. L’arcidiocesi di Guwahati ha un territorio di circa 17.500 kmq che comprende sei distretti dello stato dell’Assam, in quella parte periferica dell’India nord-orientale collegata con il resto del paese da una stretta striscia di terra, il Corridoio di Siliguri, nel Bengala occidentale. Il suo territorio è suddiviso in 45 parrocchie con quasi 7.500.000 abitanti in maggioranza induisti e musulmani, in minoranza cristiani, buddhisti e altri tra cui gli animisti; i cattolici sono circa 52.000 (0,7%). Contadini molto poveri lavorano piccoli appezzamenti di terreno con coltivazioni elementari scarsamente produttive, senza sistemi di irrigazione e dipendenti dall’erraticità dei monsoni. L’alimentazione si basa soprattutto sul riso. Strade e mezzi di comunicazione sono scarsi, i villaggi spesso isolati. Le condizioni sociali sono di una generale arretratezza specie nell’istruzione, in alcuni gruppi di villaggi l’analfabetismo raggiunge il 95%, e nella sanità non esistono veri presidi sanitari pubblici. Le condizioni igieniche sono a un livello primitivo, l’acqua è attinta da laghetti e corsi d’acqua, sono diffuse le malattie causate dall’acqua non sicura. In questo contesto sacerdoti, suore e religiosi della diocesi sono impegnati in attività e opere prioritarie nei settori dell’educazione, sanità e sviluppo sociale. Negli ultimi anni la diocesi ha aperto molte parrocchie per essere più vicini alle comunità locali, individuare le esigenze e le risposte necessarie per aiutarle a superare lo stato di miseria e di discriminazione sociale nel quale vivono. PROGETTO. La parrocchia di Choygaon, di cui fa parte il villaggio di Hatigorh, è in una zona rurale a 42 km da Guwahati e a 22 km dalla via di comunicazione principale. Qui le comunità locali, principalmente Rabhas, Garos, Adibasis e Assamesi, vivono in condizioni tra le più arretrate, piccole abitazioni antigieniche, malattie diffuse quali malaria, dissenteria, colera, alto tasso di mortalità infantile. L’analfabetismo è elevato e, come in tutti i villaggi, le strutture scolastiche sono poche e inadeguate a fronte di un gran numero di bambini in età scolastica. Mons. Varghese Kizhakevely, vicario generale dell’arcidiocesi che gli amici dell’OPAM conoscono per aver già collaborato a diverse sue iniziative, è venuto a trovarci a Roma per mettere a punto insieme un nuovo progetto: “Le comunità di Choygaon richiedono la nostra guida e aiuto nei quali nutrono fiducia e molte speranze sapendo che l’educazione di bambini e giovani, migliori condizioni igieniche e l’alfabetizzazione degli adulti sono la base per uscire dalla condizione di arretratezza. Per questo e per affrontare il problema cruciale della scolarizzazione in questa zona remota, abbiamo aperto nel villaggio di Hatigorh una scuola elementare, la “St. Louis School”. Negli anni, è andato crescendo l’interesse dei genitori e con esso il numero dei bambini dei villaggi tribali che frequentano la scuola: oggi sono 280. L’affollarsi di tanti bambini ha reso più manifesto e urgente un grave problema: la scuola ha solo qualche fatiscente toilette lontana e non ha acqua sicura.” Nel nostro incontro abbiamo definito il progetto per dare alla scuola l’acqua potabile costruendo un pozzo con impianti di pompaggio e filtraggio, necessario perché l’acqua è tossica per il molto ferro che contiene, e per costruire un edificio in muratura con 8 toilette, 4 per le bambine e 4 per i bambini. Al suo ritorno in India Mons. Varghese ha potuto valutare i costi di realizzazione e inviarci il preventivo: “Il costo complessivo del progetto è di 8.600 €.. La comunità locale si è impegnata a offrire manodopera e materiale per l’equivalente di 2.020 € ma con le nostre sole risorse non riusciamo a coprire l’importo e per questo chiediamo agli amici dell’OPAM un contributo di 6.580 €.. Il progetto è molto importante perché acqua sicura e servizi igienici efficienti miglioreranno sì la sicurezza della scuola ma anche le condizioni igieniche ambientali, riducendo in tutta la popolazione il rischio di contrarre malattie. Vi ringrazio per quanto avete già fatto e potrete fare per noi.”

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Progetto 2107

Un ostello per i piccoli Jumma

Bangladesh

Luogo: Tindu Scuola: primaria Tipologia: edilizia scolastica Beneficiari diretti: 50 studenti Partner locale: diocesi di Chittagong Contributo richiesto: € 12.472

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CONTESTO. Il territorio noto come Chittagong Hill Tracts (CHT, “Colline del Chittagong”) si trova nel distretto del Bandarban nel sud-est del Bangladesh e si estende per 13.184 kmq al confine con l’India e il Myanmar. Qui vive una popolazione di oltre 1.587.000 persone di cui circa il 48% è costituita da 13 gruppi etnici (chiamati nel loro insieme “Jumma”) discendenti da popolazioni cinesi e tibetane che differiscono notevolmente dalla maggioranza bengalese per la lingua, la cultura, l'aspetto fisico, la religione e le tradizioni. Le risorse naturali del territorio (foreste e legname in abbondanza, giacimenti di gas, petrolio e carbone) hanno causato pesanti conflitti prima e dopo l’indipendenza del paese (1971). Gravi violazioni dei diritti umani, oppressione, massacri, controllo militare, confische di terra e soprusi con l’insediamento di “coloni” bengalesi favoriti dal governo e appoggiati da militari o gruppi para-militari, hanno portato le minoranze etniche alla ribellione fino a una sanguinosa guerra civile durata 25 anni e terminata solo nel 1997. Gli “Jumma” vivono in piccoli gruppi e la maggior parte di essi sono analfabeti. Il loro misero reddito dipende dall’agricoltura i cui prodotti sono soprattutto per uso locale. La loro vita è molto semplice. I loro villaggi sono costituiti da capanne tradizionali di legno e bambù e il loro stile di vita è unico nel Bangladesh. La diocesi di Chittagong ha a cuore i problemi degli “Jumma” delle 11 parrocchie in cui è suddiviso il territorio anche perché 7 si estendono nella regione delle CHT dove sono concentrate le minoranze etniche. L'istruzione e l’educazione rappresentano una delle priorità per favorire l’integrazione e l’autosviluppo di queste popolazioni. PROGETTO. La parrocchia di Thanchi, nella regione delle CHT, comprende 56 villaggi suddivisi in tre sotto-parrocchie, una delle quali è a Tindu, villaggio che dista da Thanchi 8 ore di cammino, o 3 ore in barca sul fiume. L’area di Tindu comprende 11 villaggi in massima parte di etnia Khumi, una comunità tribale, di origine mongola e di credenze religiose animiste. Come tale, essa è ignorata politicamente, discriminata dai coloni bengalesi musulmani che si stanno appropriando anche della poca terra dei Khumis che non riescono in alcun modo a far valere i propri diritti per una vita dignitosa. Tra le cause della loro estrema povertà c’è anche un altissimo tasso di analfabetismo. “Nella zona – ci scrive Padre Bikash Rebeiro, parroco di Thanchi,– c’è una sola scuola a Tindu raggiungibile unicamente a piedi con due ore di cammino dai bambini di diversi villaggi. I genitori, consapevoli che l’educazione è essenziale per lo sviluppo dei propri figli e della comunità, sollecitano l’aiuto della parrocchia per costruire un ostello a Tindu dove i piccoli possano essere accolti per poter frequentare la scuola. Il problema è diventato urgente. Le comunità degli 11 villaggi si impegnano al mantenimento dei bambini nell’ostello purché si realizzi il progetto . L’ostello dovrebbe ospitare 40-50 fra bambini e bambine delle classi dalla 1° alla 5°, e due insegnanti. In seguito si potrà pensare a una nuova scuola, ma la priorità è ora la residenza. Il terreno su cui costruire l’ostello (valore 20.000 €), oltre a beni in natura, sono assicurati dai locali. Il costo per costruire l’edificio (2 grandi camerate per i bambini e le bambine, 2 stanze per gli insegnanti, locali per mensa e studio) e arredarlo (letti, banchi, mobili, ecc.) è di 12.472 €. .Chiediamo alla generosità dei benefattori OPAM di finanziare tale importo aiutandoci a dare ai bambini tribali di questa zona remota la possibilità di acquisire le basi per la propria educazione e formazione e avere la speranza di un futuro migliore. Con le famiglie vi ringraziamo in anticipo per quanto potrete fare.”


Progetto 2108

Una nuova aula per la scuola del villaggio

India

Luogo: Pudukottai Scuola: primaria Tipologia: edilizia scolastica Beneficiari diretti: 150 bambini Partner locale: diocesi di Kumbakonam Contributo richiesto: € 5.800 Per sostenere questo progetto seguite le indicazioni nella retro copertina su come fare una donazione. Se il progetto scelto è già stato finanziato la vostra offerta sarà attribuita ad un altro non ancora coperto.

PROGETTO. Nel territorio parrocchiale vi sono due scuole: una primaria, la “St. Mary's Primary School” e una scuola secondaria, la “Union Christian Middle School”. La “St. Mary’s Primary School” è stata costruita circa 90 anni fa. Nelle condizioni in cui si trova oggi, la scuola non sarà più agibile nei prossimi anni. Il tetto fa acqua da ogni parte rendendo impossibile l’utilizzo delle aule nella stagione delle piogge e le pareti sono piene di muffa. Poiché è l’unica scuola primaria della zona è urgente costruire nuove classi per assicurare il diritto all’istruzione ai bambini del villaggio. Ci scrive Padre Benjamin Lourdusamy direttore della scuola: “La nostra scuola ospita 150 alunni. L’attuale edificio è in condizioni pessime e questo penalizza la qualità dell’insegnamento. Abbiamo iniziato a tamponare la situazione con la progressiva sostituzione del tetto più danneggiato con lamiere. E’ dunque urgente costruire classi nuove per assicurare il normale svolgimento delle lezioni in qualunque stagione, dare la possibilità a tutti i bambini della zona di frequentare la scuola e garantire loro una buona qualità dell’insegnamento. La gente che comprende quanto sia importante l’istruzione per il futuro dei bambini ha iniziato a mettere soldi da parte e ha raccolto circa 2.200 €, somma insufficiente a coprire il costo dell’intero progetto. Chiediamo dunque agli amici dell’OPAM di contribuire alla realizzazione di una nuove aule con un importo di 5.800 € . Prevediamo di terminare la costruzione in 8 mesi dal finanziamento. Cogliamo l’occasione per ringraziarvi anticipatamente dell’aiuto che ci date per assicurare l’educazione ai bambini di Pudukottai.”

opamottobrenovembre2016

CONTESTO. Pudukottai è un villaggio rurale situato nel distretto di Ariyalur in Tamil Nadu. Sorge sulle rive del fiume Coleroon. La popolazione è costituita in massima parte da braccianti agricoli a servizio di grandi latifondisti. Nel suo territorio, appartenente alla diocesi di Kumbakonam, sorge la parrocchia Nostra Signora dell’Annunciazione fondata dai missionari nel 1935 e che oggi comprende circa 750 famiglie.

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Filo diretto

Prog. 2066/2015

Una vera scuola per i bambini Kpassa, Ghana

Cari amici e benefattori, vi scrivo per ringraziarvi del sostegno da voi offerto per la realizzazione della nostra scuola “St. Francys Accademy” di Kpassa. Noi Cappuccini, in Ghana dal 2005, abbiamo la missione di rispondere alle necessità spirituali ma anche quella di preoccuparci della promozione umana e sociale della popolazione. In quest’ottica l’educazione e l’istruzione soprattutto dei bambini e dei giovani rappresentano una priorità.

Kpassa, sede del progetto, si trova 400 km a nord di Accra, capitale del Paese. E’ il capoluogo del distretto rurale di Nkwanta. Su 150 villaggi il 20% è ancora privo di scuole e quelle esistenti hanno in media 143 alunni per classe. Davanti a questa situazione molte famiglie preferiscono farsi aiutare dai figli nel lavoro nei campi piuttosto che mandarli a scuola, specialmente quando le scuole sono distanti o le condizioni precarie in cui si svolgono le lezioni non assicurano un’istruzione di buona qualità. Per questo, dopo aver realizzato una campagna di informazione sull’importanza dell’istruzione, abbiamo cominciato ad assicurare questo diritto ai bambini della nostra zona e, in attesa di avere una vera scuola, abbiamo utilizzato la nostra chiesa per svolgere le lezioni. Oggi grazie alle due aule realizzate dall’OPAM e al contributo dei nostri confratelli di altri Paesi i bambini di Kpassa hanno una scuola vera di 4 aule. Grande è stata la collaborazione della gente del luogo che ha offerto manodopera gratuitamente. Tanto resta ancora da fare: mancano ancora i bagni, l’arredamento delle classi, un’area giochi, computer e stampanti per la direzione e per gli insegnanti… ma ci auguriamo che nel tempo questa scuola, che grazie a voi da sogno è divenuta realtà, possa continuare a crescere. Il Signore vi benedica. Padre Varghese Alphonse OFM Cap 12


Yaoundé, Camerun

Kenge, R. D. del Congo

Simdega, India

“Les Colibris” 2 aule per il Centro CAS" cresce Prog. 2051/2015

Prog. 2060/2015

Formazione per 255 insegnanti

Cari amici, il vostro generoso aiuto ci ha permesso di portare avanti il nostro progetto riguardante il complesso scolastico “Les Colibris” di Yaoundé. Con la realizzazione del tetto del nuovo piano della scuola oggi disponiamo di nuove aule e possiamo garantire la continuità dell’offerta formativa nella nostra scuola primaria che accoglie i bambini più poveri della periferia di Yaoundé. Con la collaborazione anche delle famiglie, abbiamo acquistato il materiale da costruzione, lamiere, tavolati, assi, ferri …. e pagato la manodopera. Una dozzina di giovani dei dintorni hanno potuto avere un lavoro, anche se temporaneo. La partecipazione delle famiglie è stata fondamentale per la realizzazione del progetto, soprattutto per i lavori preliminari come la costruzione di muri e di sostegni adatti. Restano ancora da intonacare i muri e mettere in opera porte e finestre. Vogliamo ringraziarvi ancora una volta per la vostra generosità!

Cari amici, ho il piacere di inviarvi il rapporto definitivo del lavoro svolto grazie al vostro aiuto per la costruzione di due aule per il centro CAS di Kenge. Il Centro è una scuola professionale con insegnamento teorico e pratico in diverse discipline. Questo tipo di scuola attira tanti ragazzi e ragazze che hanno dovuto abbandonare gli studi per motivi diversi, e dà la possibilità di imparare un mestiere, perché possano poi inserirsi con competenza nel mondo del lavoro. Quest’anno abbiamo 36 iscritti al corso per autisti, 27 per la scuola di taglio e cucito, 16 per meccanico e 11 per carpentiere. Il Centro riveste oggi una grande importanza per questa zona semi rurale alla periferia della città di Kenge. Nella costruzione delle aule siamo riusciti a fare un buon lavoro che duri nel tempo e le aule sono state costruite seguendo i criteri più moderni. La somma ricevuta da voi è stata integrata da una importante partecipazione locale, a riprova del grande interesse che ha questa scuola per l’azione sociale che svolge. Le aule devono essere ancora arredate con banchi, tavoli e armadi e per questo vi chiediamo di essere nostri ambasciatori verso persone di buona volontà! Vi ringraziamo sinceramente a nome di tutta la popolazione e vi assicuriamo le nostre umili preghiere. Abbé Jean Lulendo

Cari amici e benefattori, vi sono estremamente grato per l’aiuto che ci avete dato per il nostro progetto di aggiornamento destinato a 255 insegnanti della scuola primaria del territorio di Simdega nello Stato indiano di Jharkhand. Vista la difficile situazione locale, dovuta alla estrema povertà e al generale abbandono da parte delle autorità locali, i nostri insegnanti hanno bisogno di corsi di aggiornamento per dar loro le competenze necessarie a svolgere il loro compito educativo nel migliore dei modi. Il corso di 3 giorni è stato condotto con grande professionalità in 5 luoghi diversi per garantire la massima partecipazione. Si è cercato di creare negli insegnanti fiducia nelle loro possibilità ma anche senso di responsabilità nei confronti degli alunni a loro affidati. Per la realizzazione dei corsi ci siamo avvalsi di personale del team del settore educativo diocesano e di esperti esterni. La metodologia adottata oltre alle lezioni frontali ha dato grande spazio al confronto e al lavoro di gruppo. Ricordandovi nelle nostre preghiere invio a tutti voi cordali saluti. Mons. Vincent Barwa Vescovo di Simdega

Claire Ombiono

Prog. 2077/2015


Tam tam

er la sesta volta consecutiva anche quest’anno i Maestri Infioratori di Noto hanno voluto dedicare all’OPAM la loro eccezionale bravura artistica realizzando un’opera fatta col sale colorato, nella centrale via Pirri. L’opera, intitolata “Ho a cuore l’OPAM”, nasce nell’ambito della manifestazione “l’arte in Sali…ta” (un gioco di parole per unire la “salita” della strada con la parola “sale”) ed è il frutto di un lungo e complesso lavoro in équipe. L’intero gruppo dei Maestri infioratori (circa 100 persone) si riunisce, propone il tema, disegna i bozzetti, che saranno trasferiti sulla strada. Nel frattempo è stato acquistato il sale che viene colorato, quindi inizia la realizzazione dell’opera d’arte. Cominciata alle 19 di sera è finita alle 4 della mattina successiva del 14 agosto. Alle 21 il sindaco di Noto, Corrado Bonfanti, inaugura ufficialmente il capolavoro e lo offre allo sguardo ammirato dei tanti turisti che in questo periodo affollano la bellissima cittadina barocca siciliana. Don Aldo Martini, presidente dell’OPAM, ha avuto la possibilità di assistere in video-chiamata all’inaugurazione e di ringraziare gli amici Infioratori, il gruppo locale OPAM e il sindaco. Come mai i Maestri Infioratori dedicano per la sesta volta questo loro lavoro all’OPAM? Innanzi tutto va detto che a Noto risiede un gruppo di Amici dell’OPAM particolarmente attivo che è riuscito a coinvolgere tutta la città (comune, scuole, parrocchie e l’Associazione dei Maestri Infioratori) nelle diverse iniziative a favore OPAM. L’opera di “arte effimera” quest’anno aveva come tema il carretto siciliano. La riflessione che giustificava questa scelta è che il carretto con i suoi lati dipinti con le scene delle leggende e del folklore siciliano è stato anche strumento di acculturazione delle popolazioni dell'isola. Il carretto, essendo mezzo di trasporto, è servito nel passato anche a mettere in contatto diverse località ed a favorire la comunicazione fra luoghi isolati. Uno strumento quindi di alfabetizzazione di una civiltà contadina: un’immagine dell’OPAM che si impegna nell’alfabetizzazione con speciale riguardo alle aree del mondo più remote. Come purtroppo in altre edizioni la pioggia abbondante ha sciolto il sale ma gli amici Infioratori non si sono persi d’animo, hanno rifatto parte del bozzetto di sale e proseguito l’opera di sensibilizzazione e la raccolta fondi a favore dell’OPAM nei giorni successivi. Il 31 agosto pubblicamente è stato rotto il salvadanaio. Poiché proprio in quei giorni il terremoto scuoteva l’Italia centrale, l’Associazione dei Maestri Infioratori ha deciso di devolvere una piccola parte del ricavato anche ai terremotati. Come desiderio dei Maestri Infioratori invece la somma destinata all’OPAM verrà utilizzata a sostegno della formazione delle famiglie Catechiste della diocesi di Bokungu-Ikela nella Repubblica Democratica del Congo. Come è ormai noto ai nostri sostenitori il nome di “Catechisti”, nel linguaggio cui siamo abituati noi italiani, non rende buon conto di ciò che compiono queste persone. Molte Diocesi africane, infatti, hanno istituito la figura dei “Catechisti” costituita da una famiglia opportunamente preparata che è presente nelle diverse località e che costituisce figura di riferimento per la popolazione. Famiglia, perché è la famiglia che vive coerentemente la propria fede la migliore testimone della vita cristiana, e anche perché ad una famiglia si possono con più spontaneità portare i problemi che si incontrano nella vita e ricevere gli opportuni consigli. Inoltre, poiché sono persone appositamente formate, esse svolgono anche il compito di educatori e di promotori sociali. Infine si può dire che l’aiuto dato ai “Catechisti” in Africa è una vera e propria opera di acculturamento e di formazione sul campo non solo dei ragazzi, ma anche degli adulti. Inoltre la presenza della moglie catechista garantisce una maggiore sensibilizzazione al ruolo della donna nella comunità locale. L’istruzione e la preparazione di queste famiglie richiede energie formative e logistica. I nostri cordiali ringraziamenti vanno all’Associazione dei Maestri Infioratori e per loro alla presidente Oriana Montoneri, al sindaco Corrado Bonfanti, a tutti i sostenitori dell’OPAM presenti e, ovviamente, ai membri del Gruppo Amici OPAM di Noto. Ci sentiamo di interpretare anche i ringraziamenti dei “Catechisti” di Bokungu-Ikela sia per la generosa offerta, sia perché questa è la testimonianza di avere ben compreso il loro ruolo e la loro missione. Fabrizio Corti

opamottobrenovembre2016

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